In piazzetta l'installazione simbolo dell'unità d'Italia.
Il ricco immaginario di Mimmo Paladino (Paduli, 1948), elabora simboli, segni ancestrali, icone, numeri, impiegando e mischiando tra loro diversi linguaggi espressivi, materiali e tecniche. Dipinti, sculture e installazioni complesse e di grande impatto emotivo, sono in mostra nell'allestimento al piano nobile di Palazzo Reale, che raccoglie 50 opere dell'artista campano. L'esposizione curata da Flavio Arensi, prodotta da Palazzo Reale, Civita e Gamm Giunti, seleziona lavori realizzati negli ultimi trent'anni, dalla Transavanguardia, nel 1980, che lo vede tra i principali protagonisti, all'elaborazione di un particolare alfabeto segnico che ingloba elementi figurativi e simbologie, geometrie e maschere, oggetti e rami, numeri e lettere, colori puri e inserti di materiali, assemblaggi e combustioni. «Si è fatta molta pittura fine a se stessa, sovrabbondante e superficiale» dichiara l'artista, «nell'idea fraintesa che il ritorno all'immagine potesse essere considerato come la scoperta di una libertà incondizionata. Ma anche quando fai arte con gli strumenti tradizionali e non li abbandoni per altri linguaggi più rarefatti, com'è avvenuto negli anni Settanta, bisogna saper mantenere un atteggiamento analitico. L'arte non è mai un fatto di superficie fine a se stesso, né di abbandono viscerale ad atteggiamenti poetici. L'arte è sempre indagine sul linguaggio».Così nel percorso di Paladino si susseguono sperimentazioni che organizzano segni pittorici in combinazioni diverse, su tele di vaste superfici; disegni e incisioni; mosaici e sculture in bronzo, di grandi dimensioni, o anche in alluminio, legno, rame o ferro. E installazioni che si dilatano nell'ambiente, come «Hortus Conclusus», intervento permanente nel chiostro di San Domenico a Benevento (1992); illustrazioni per l'Iliade e l'Odissea (2001) e riferimenti letterari al Don Chisciotte, elaborato nel progetto «Don Quijote» (2005), composto da dipinti, sculture e disegni, completato da un lungometraggio e da un libro d'artista; e scenografie come «La sposa di Messina» di Schiller, ambientata a Gibellina (1990), «Oedipus Rex» e «Cavalleria Rusticana» per il Teatro Regio di Torino (2007).
La mostra dilaga anche all'esterno di Palazzo Reale, nel suo cortile, dove sono esposti cinque grandi scudi in terracotta, con segni e oggetti; mentre in piazzetta Reale, trova collocazione la gigantesca e spettacolare «Montagna di sale» (del diametro di 35 metri per 10 di altezza), ricostruzione dell'intervento ambientale realizzato a Gibellina, nel 1991 e riproposto a Napoli in Piazza del Plebiscito. Un'opera anti-monumentale, destinata a sciogliersi, che ingloba trenta elementi scultorei, parti di un cavallo alto 4 metri. Infine, nell'Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele II, è situato il modello in scala reale di un aeroplano. ©http://milano.corriere.it/milano/notizie/arte_e_cultura/11_marzo_25/la-parola-alla-tela-190305915871.shtml
Mimmo Paladino. Palazzo Reale, piazza Duomo, Ottagono della Galleria.
Tel. 02.43.35.35.22.
Orari: da martedì a domenica 9.30-19.30; lunedì 14.30-19.30; giovedì e sabato 9.20-22.30. Ingressi: intero euro 9, ridotto euro 7,50.
Dal 6 aprile fino al 26 giugno.
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