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2.5.11

il nuovo museo di milano: il museo del novecento

Museo del Novecento, Piazza del Duomo | Milano

Inaugurato nel dicembre 2010, nel cuore di Milano, negli storici ambienti del Palazzo dell’Arengario in piazza Duomo, il Museo del Novecento.
Un nuovo spazio museale del Comune di Milano dove apprendere dal vivo l’arte del XX secolo attraverso oltre 400 opere appartenenti alle Civiche Raccolte Artistiche del Comune di Milano.



Il Museo del Novecento si estende su una superficie di 8200 mq di cui 4mila dedicati allo spazio espositivo. Il progetto, vinto dal Gruppo Rota, composto da Italo Rota, Fabio Fornasari, Emmanuele Auxilia, Paolo Montanari e Alessandro Pedretti prevedeva la modifica ed il restauro del Palazzo dell’Arengario in linea con le opere in mostra.
Nello spazio verticale della torre del palazzo è stata realizzata una rampa a spirale che dal livello della metropolitana raggiunge la quota della terrazza monumentale affacciata su Piazza del Duomo e Piazzetta Reale. La spirale vetrata, “tubo catodico” della comunicazione del Museo del Novecento, è il fulcro del percorso espositivo, semplice e lineare, che prende l’avvio dal celebre “Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo e si dipana per i quattro livelli del corpo edilizio.

Prima di entrare nel Futurismo, movimento nato e sviluppatosi proprio nel capoluogo lombardo, il visitatore attraversa un’ampia sezione dedicata alle Avanguardie internazionali della collezione Jucker, acquistata dal Comune di Milano nel 1992 (altre opere di questa collezione sono collocate nelle diverse sezioni del museo)
La prima sala del Museo del Novecento, detta “delle Colonne”, è interamente dedicata a Umberto Boccioni, con una collezione unica al mondo che comprende il manifesto pittorico del futurismo “Elasticità (1912)”. Quindi una sezione interamente dedicata al Futurismo con opere di Giacomo Balla, Carlo Carrà, Gino Severini, Ardengo Soffici, Achille Funi, Fortunato Depero, Mario Sironi. La sezione si chiude con Natura morta con squadra di Carrà del 1917 che anticipa i cambiamenti di linguaggio del dopoguerra.
La sezione dedicata a Boccioni è la prima di otto monografie che vedono protagonisti Giorgio Morandi, Arturo Martini, Giorgio de Chirico, Fausto Melotti, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Marino Marini.
Segue poi la sezione del Novecento italiano con l’arte degli anni ‘20 e ‘30, con opere di Carlo Carrà, Felice Casorati, Virgilio Guidi, Piero Marussig, Mario Sironi, seguono l’Arte Monumentale e Antinovecento con opere tra gli altri, di Renato Birolli, Aligi Sassu, Massimo Campigli, Scipione e Filippo De Pisis. Chiude la manica lunga del secondo piano una sezione di opere degli anni trenta di Fausto Melotti e di astratti comaschi. A Lucio Fontana è stato dedicato il salone della torre dell’Arengario.
Successivamente, al terzo piano, si trova una sala dedicata ad Alberto Burri e alle opere degli anni Cinquanta dei maggiori maestri italiani quali Emilio Vedova, Giuseppe Capogrossi, Gastone Novelli, Osvaldo Licini, Tancredi Parmeggiani, Carla Accardi. La sezione conclusiva, oltre 1200 metri quadri situati nella manica lunga al secondo piano di Palazzo Reale e collegati all’Arengario da una passerella sospesa, è dedicata agli anni Sessanta e termina con senza titolo (Rosa nera) del 1964 di Janis Kounellis. Passata la passerella aerea si incontra una Scultura d’ombra (2010) realizzata ad hoc per il museo da Claudio Parmiggiani. Quindi segue una grande sezione riservata all’Arte Cinetica e Programmata anticipata da Aconà Bicombì di Bruno Munari e seguita da una serie di opere di Enzo Mari, Getulio Alviani, Dadamaino e opere e ambienti degli artisti del Gruppo T: Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo, Gabriele Devecchi e Grazia Varisco.

Segue la sala dedicata alle nuove figurazioni dal Realismo esistenziale alla Pop Art con Valerio Adami, Bepi Romagnoni, Franco Angeli, Alik Cavaliere, Enrico Baj, Emilio Tadini e Mimmo Rotella, con Decisioni al tramonto (1961) e una selezione di artisti della Pittura Analitica con opere di vari artisti tra cui Rodolfo Aricò, Claudio Verna e Giorgio Griffa.
La fine del percorso espositivo è dedicata all’Arte Povera e a Luciano Fabro in omaggio al quale è stato ricreato, per allestire un nucleo di opere degli anni sessanta, l’ambiente Habitat ideato per il Pac nel 1980. Presenti in questa sezione Alighiero Boetti, Michelangelo Pistoletto, Pier Paolo Calzolari, Giulio Paolini, Mario Merz, Giuseppe Penone, Jannis Kounellis, Giovanni Anselmo e Gilberto Zorio.
A lato la sezione dedicata a Marino Marini. Questa collezione è stata infatti trasferita dalla Galleria d’Arte Moderna di Villa Reale all’Arengario, in coerenza con il patrimonio artistico novecentesco valorizzato nel Museo del Novecento.
Lo spazio mostre verrà dedicato ad esposizioni ispirate da opere della collezione non esposte, in modo da offrire al pubblico una visione più ampia del patrimonio delle Civiche Raccolte d’arte approfondendo anche i movimenti successivi al 1968, anno ideale di chiusura del percorso del museo. Sempre al piano terra una delle sale più piccole sarà dedicata ad approfondimenti specifici su un artista della collezione o su un piccolo nucleo di opere. Si tratta di una trattazione specialistica, realizzata con un alto livello critico, adatta ad un pubblico di specialisti e ad appassionati.
Museo del Novecento:
Orari: 9.30-19.30 (tutti i giorni), 9.30-22.30 (giovedì e sabato), 14.30-19.30 (lunedì)
Ingresso: intero € 5,00 - ridotto € 3,00 - gratuito under 18
Tel: 02.884.44061-020202 (infos) - 02.43353522 (prenotazioni)
L’ingresso è gratuito tutti i venerdì dalle 16.00 alle 19.30.


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