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5.8.12

Benigni in "TuttoDante"

In 70mila per Roberto Benigni, si chiude con straordinario successo di pubblico ed ampi consensi l'edizione 2012 di TuttoDante.




In seimila ogni sera per Roberto Benigni e il suo TuttoDante, l’entusiasmante spettacolo iniziato il 20 luglio con il canto XI dell’Inferno si conclude questa sera con il canto XXII. L’evento, allestito in piazza Santa Croce a Firenze, la città che già nel 2006 lo ospitò, ha accolto in totale circa settantamila spettatori, di questi quindicimila giunti da ogni parte d'Italia, e tutti nel corso delle 12 serate, si sono emozionati, appassionati, divertiti, entusiasmati e ogni sera hanno ringraziato l’attore toscano con standing ovation e lunghi applausi. Sono inoltre triplicati gli abbonamenti rispetto all'edizione 2006. Proprio l’eccezionale gradimento di pubblico dimostrato anche sei anni fa ha convinto Roberto Benigni a continuare nella sua opera di coinvolgimento e divulgazione del poema più famoso al mondo. In occasione della serata conclusiva l’attore rivolgerà un ringraziamento speciale alla città di Firenze e a tutti gli abitanti di piazza di Piazza Santa Croce, parte integrante dello spettacolo. L'evento organizzato da Lucio Presta con la produzione esecutiva di Arcobaleno Tre e prodotto dalla Melampo ha coinvolto più di 100 persone a lavoro, utilizzati oltre 1500 metri di cavi di fibra ottica che alla velocità di 10 metri al secondo hanno trasportano i 26 kg di peso della telecamera su cavi in grado di supportare carichi pari a 12 quintali. Per la prima volta in uno spettacolo del genere è stata adoperata la spidercam, la videocamera che può muoversi nello spazio tridimensionale, da cielo a terra, in modo veloce e silenzioso così da permettere, grazie a riprese in alta definizione, di immortalare Firenze da un’altezza di 42 metri, offrendo inquadrature mozzafiato, più spettacolari e coinvolgenti fino al dettaglio del palco. 



Ampi i consensi di critica per TuttoDante, diviso tra analisi satirica dell’attualità e spiegazione della Divina Commedia, e il suo protagonista: “Roberto Benigni è ormai diventato una maschera della commedia dell’Arte” sentenzia il Corriere della Sera mentre l’Avvenire parla di “trionfo”, di una “vera lezione sul Sommo Poeta (Dante Alighieri, ndr)”, di “un’esegesi che arriva a tutti, intrisa della saggezza popolare che fa tornare alla mente come Dante fosse da sempre per tutti”, e poi ricorda lo studio di lettura compiuto da Benigni che “modula le terzine con garbo, rispettando gli enjambements, il colore delle parole”. Il Manifesto lascia spazio prima al pubblico attento, “una platea di 6mila anime che s’è fatta d’un tratto un corpo silenzioso”, e poi all’indubbia bravura di “Robertaccio” che “intona tutto a memoria, con consapevole empatia ma senza farsi travolgere, un verso dopo l’altro, analisi logica e analisi magica, una fessura, uno spioncino che si apre piano a volte e si spalanca sull’abisso e fa paura, perché Dante, Benigni lo sa bene, bisogna saperlo più che recitarlo, un monologo interiore…”. Dell’affascinante viaggio ha parlato tra i tanti anche La Nazione: “Benigni – scrive l’inviato - spiega come solo lui sa fare, con incanto e con il cuore, con le parole semplici e piene con cui una mamma insegna al bambino […] non è ancora mezzanotte. E non è finita. La gente non lo molla. Lui torna, sublime giullare, e sono applausi ancora. Cinque minuti di applausi e standing ovation. Grande Benigni. Grazie Benigni”. Apprezzamenti della stampa rivolti anche alla Melampo e all’organizzazione, affidata a Lucio Presta con la produzione esecutiva di Arcobaleno Tre, artefici della sapiente messa in scena che ha elettrizzato, come riporta il Corriere Fiorentino, lo stesso Benigni che “indica il cielo e si entusiasma per la super tecnologica spider cam per le riprese e per il sontuoso palco con le pinne di balena”. Della piazza come“succursale di una rete televisiva” si legge su La Repubblica; per La Nazione Firenze è uno“spettacolo nello spettacolo” nel corso del quale “la telecamera volante, la spider cam, guidata dalla regia di Stefano Vicario e cullata da 1500 metri di cavi di fibra ottica fino all’altezza di 42 metri, apre la prima sul cupolone”. Ancora, Il Manifesto: “Sulle teste volteggia la spidercam, ultimo ritrovato techno spettacolare, sontuoso illusionismo – conclude - da vernissage olimpico” ©http://www.tuttodante.it/


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